Dead Drop, le stranissime chiavette USB inserite nei muri delle città

Scritto da Antonio Pisaniello

Uno dei trucchi presi in prestito dal mondo dello spionaggio è il Dead Drop, parte di un progetto artistico globale. Se dovessi notare una chiavetta USB cementata all’interno di un muro o di un marciapiede, potresti trovarne uno. Questo particolare dispositivo fa parte di un’iniziativa creativa che sfrutta i concetti e le tecniche utilizzate dagli agenti segreti.

Dead Drops è una comunità internazionale che si sta dedicando alla creazione di una rete di condivisione di file anonima. L’idea dietro questa iniziativa trova origine nei tempi antichi dello spionaggio, quando le spie dovevano scambiarsi informazioni sensibili in modo discreto e senza incontrarsi direttamente. A tal scopo, fu sviluppato un sistema noto come “dead drop” (a differenza del “live drop” in cui le spie si incontravano di persona). Questo sistema consisteva nell’utilizzo di nascondigli segreti come una piccola cavità dietro un mattone allentato nel muro di un vicolo o sotto una lastra di pietra lungo un percorso. Qui, i documenti o le informazioni sensibili venivano depositati per essere poi recuperati in un secondo momento dai contatti interessati. Dead Drops sta riadattando e ripensando questo concetto per creare una rete di condivisione di file in modo anonimo e sicuro.

Un comunissimo cavo USB di colore bianco
Un comunissimo cavo USB di colore bianco-Matthias Zomer-pexels.com

Quando è nata questa comunità?

Nel 2010, l’artista berlinese Aram Bartholl ha avuto l’idea di adattare l’uso di chiavette USB per un contesto pubblico. Ha sviluppato il progetto chiamato “Dead Drops” che coinvolge persone di tutto il mondo, chiedendo a quest’ultime di nascondere e condividere file attraverso le città di tutto il globo. Il concetto si basa sul nascondere fisicamente le chiavette USB in pareti, recinzioni o cordoli, cercando la loro posizione, e quindi accedendo all’unità per fare ciò che si desidera con i file. Questo può implicare l’aggiunta di propri file, la rimozione di quelli presenti o semplicemente la copia di contenuti interessanti.

In definitiva, l’idea di Bartholl è stata quella di creare una rete informale di condivisione dei file tramite chiavette USB piazzate in luoghi pubblici. Questo progetto ha avuto successo e ha coinvolto molte persone di tutto il mondo, offrendo una nuova prospettiva sull’uso pubblico delle tecnologie.

Cavo USB di colore arancione
Cavo USB di colore arancione-Karolina Grabowska-pexels.com

Alcune avvertenze

C’è un rischio significativo, anche se piccolo, nell’accedere a chiavette USB casuali sul tuo computer se hai a cuore il contenuto del tuo disco rigido, che potrebbe anche finire con l’essere hackerato, tanto che le stesse FAQ del sito avvertono gli utenti di essere consapevoli di questo rischio. La prima volta che viene legato un dispositivo alla chiavetta quest’ultima non presenterà file, ad esclusione del “manifesto” del gruppo che ne spiega le regole, che verranno aggiunti dagli utenti in seguito. L’inserimento di file, video, foto, documenti, ecc., ha fatto parlare molti, in quanto la privacy di ognuno viene sicuramente meno, anche quella di persone terze, che presenti in una foto, non sanno magari di essere finiti in una chiavetta a cui possono accedere tutti.